Trolls

I Trolls sono un popolo minuscolo che vive il proprio mondo fatto di cupcake, arcobaleni e abbracci sopra un grande albero nel regno dei tristi orchi Bergen. Quando però  un orco assaggia un troll scopre la felicità. Da quel momento, una volta l’anno, in occasione del trollstizio, un piccolo troll viene dato in pasto a un Bergen per permettergli di assaggiare la vera felicità. Ma un giorno il minipopolo canterino, guidato dal loro coraggioso re, scappa dall’albero per trovare una nuova terra da abitare. I Bergen cadono in depressione e la chef custode dei troll scacciata dal regno. Sono trascorsi vent’anni da quella coraggiosa fuga, i troll vivono al sicuro e la cupa mestizia aleggia nera sul mondo degli orchi. I folletti decidono però di organizzare la più grande festa mai vista per celebrare la ricorrenza, finendo però per attirare l’attenzione della reietta e cadendone di nuovo in trappola. Questa volta, visto che il re non ha più le forze per riprovarci, toccherà alla dolce  principessa Poppy riportare in libertà il proprio popolo.

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In un tripudio di colori, musiche, balletti e psichedeliche avventure il nuovo film della Dreamworks (quella di Shrek), Trolls copre la sua oretta e mezza in modo divertente e soave. Justine Timberlake, che in originale presta la voce a Branch (il troll grigio che accompagnerà Poppy nell’avventura), oltre un paio di canzoni, ha fortemente voluto il film fino ad arrivare a produrlo. L’avventura non è certo originale e i rimandi a I Puffi, Cenerentola, Muppet Show e una pletora di altre favole più o meno classiche non mancano certo, ma la confezione è realmente spettacolare. Lievemente soave e leggera come l’anima dei Troll, un vero concentrato di Zoloft, la storia si disegna con un tuffo nella tavolozza di un pittore postmoderno. La colonna sonora semplicemente perfetta e un 3D finalmente al servizio del film (e non finalizzato solamente a giustificare l’aumento del prezzo del biglietto) fanno di Trolls un’avventura deliziosamente allegra, divertente e, a tratti, realmente sorprendente.