UN PRETE CONTRO LA MAFIA. Storia di don Pino Puglisi e dei suoi ragazzi

A trent’anni dalla scomparsa avvenuta il 15 settembre 1993, riscopriamo la figura eroica di Pino Puglisi e dei suoi ragazzi strappati alla mafia.

Dalla vocazione di insegnante che amava dedicare il suo tempo ai ragazzi, all’esperienza nel paese di Godrano, attanagliato da una feroce rivalità tra due famiglie mafiose, Padre Pino Puglisi comincia sempre dai più giovani nella battaglia per riportare fiducia e coraggio nella sua comunità. Contro la povertà, l’analfabetismo, la desolazione civile e morale, a Palermo il suo modo per allontanare i ragazzi dalla strada e dalla criminalità sarà offrirgli un luogo sicuro in cui crescere. Ogni momento della sua vita è costellato da incontri con bambini e ragazzi che lasceranno il segno, così come lui farà con loro, cambiandone il destino. Questo libro ripercorre la storia di 3P ma anche la loro quando, nel duro quartiere di Brancaccio, ostaggio dei pericolosi fratelli Graviano, senza neanche una scuola media ad accoglierli, la sua parrocchia diventerà un baluardo di salvezza. E per questo motivo la mafia avrà paura, e le minacce non tarderanno ad arrivare…

Danilo PROCACCIANTI è giornalista e autore per la trasmissione TV “Report”. Inizia collaborando con varie agenzie giornalistiche e poi con “L’Unità”, prima di approdare a Rai3. Dal 2009 al 2020 è stato inviato e autore di “Presa diretta”. Grazie alle sue inchieste e ai reportage sulla mafia e la criminalità organizzata, ha vinto tra gli altri i premi “Ilaria Alpi” e “Rocco Chinnici”. Questo è il suo primo libro per ragazzi.

Il traditore tipo

Si prendano due ottimi attori (Ewan McGregor e Stellan Skarsgard), si affidi la sceneggiatura a Hossein Amini (Drive e Le quattro piume) derivandola dal romanzo quasi omonimo di Le Carre, e si faccia dirigere il tutto da Susanna White, regista che ha saputo spesso trarre il meglio da intrecci già rodati (Tata Matilda), risultato: un film mediocre, improbabile e con un ritmo asincrono tra scrittura e recitazione. Se la ricetta per il buon film fosse la somma algebrica di elementi, probabilmente saremmo tutti registi di successo. Per fortuna non è così e il fatto che vengano realizzati film del genere attribuisce un valore maggiore a tutte quelle opere che invece l’obiettivo lo centrano.

56187_ppl
Perry e Gail, lui docente universitario piacione e fedifrago, lei avvocato di successo, sono in vacanza a Marrakech per ritrovarsi come coppia. In un ristorante Perry una sera fa amicizia con Dima un chiassoso uomo d’affari russo che presto si scopre essere un riciclatore di denaro sporco della mafia. Dima, visto quello che è appena capitato a un altro riciclatore e temendo per la sua vita e di quella della sua famiglia, decide di affidarsi al buon cuore di Perry perché lo metta in contatto con i servizi segreti inglesi e lo aiuti a fare il salto della quaglia. Vero che una cosa del genere era già capitata a James Stewart ne L’uomo che sapeva troppo di Hitchcock, ma non è che se uno va in vacanza a Marrakech si trasforma inevitabilmente in spia internazionale. Comunque, a Perry succede così. In viaggio tra Parigi, Berna, Londra e le Alpi francesi Perry e Gail alla fine troveranno sì loro stessi, ma a costo di perdere l’innocenza dell’uomo qualunque.
Il traditore tipo di Susanna White, a differenza dei suoi eroi involontari protagonisti, non ha un’innocenza da perdere perché l’operazione di mettere in movimento le parole di Le Carrè non risulta credibile neppure per un attimo. L’accoppiata White-Amini non riesce mai a entrare in sintonia con lo spettatore, cosicché l’assurdo della vicenda prende il sopravvento sulla fascinazione. Se sei bravo riesci a far trepidare lo spettatore per la morte di un unicorno, se non lo sei anche il più banale degli inseguimenti risulta falso e stonato.